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Nuova Evangelizzazione in Giovanni Paolo II

Origine e fondamenti del termine Nuova Evangelizzazione in Giovanni Paolo II

NTRODUZIONE

Giovanni Paolo II ha esercitato il suo ministero con instancabile spirito missionario, dedicando tutte le sue energie sospinto dalla sollecitudine pastorale per tutte le Chiese e dalla carità aperta all’umanità intera, i suoi interventi hanno portato la Chiesa a una nuova evangelizzazione: <<non solo il termine si presenta con una nota di forte novità, ma esso indica un fatto decisivo nel magistero di Giovanni Paolo II. […] Egli infatti si basa sul seguente principio: “Certamente urge dovunque rifare il tessuto cristiano della società umana”>>[1]. In questo testo, il nostro interesse è quello di mostrare l’origine e i fondamenti del termine “Nuova Evangelizzazione” negli interventi più significativi di Giovanni Paolo II. Cominceremo a partire dai suoi fondamenti nel Concilio Vaticano II e nel magistero di Paolo VI, poi entreremo nel termine.

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1 – La svolta del Concilio Vaticano II
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Il Concilio Vaticano II (1962-1965) in modo chiaro e conciso ha stabilito la natura specifica e missionaria della Chiesa[2]. La sua dottrina ha portato un nuovo impulso all’attività missionaria: <<Il Concilio, con un’espressione biblicamente missionaria, viene chiamato dai pontefici una “nuova Pentecoste”>>[3]. Rappresenta certamente <<la più vasta operazione di riforma mai compiuta nella Chiesa>>.[4] Secondo il Concilio <<La Chiesa durante il suo pellegrinaggio sulla terra è per sua natura missionaria, in quanto è dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo che essa, secondo il piano di Dio Padre, deriva la propria origine>>[5]. Giovanni XXIII, inaugurando il Concilio Vaticano II, ha fatto un discorso profetico per il nostro tempo. Ha detto che non ci era necessario un concilio per proclamare nuove dogmi o condannare gli errori e gettare anatemi ma per fare un balzo in avanti, alla ricerca di un nuovo modo di distribuire le ricchezze del deposito della fede nel mondo di oggi. E se costa alla scoperta di questa nuova forma, c’è bisogno di mettere tutte le energie per trovarla. Chiaramente, il nuovo modulo è in linea con la tradizione viva della Chiesa, l’integrità del deposito della fede, ma è una grande novità: la novità del dialogo, la novità della presentazione, la novità del metodo, la novità della capacità di comunicare la fede.[6] <<Giovanni XXIII desidera che il volto della Chiesa sia profondamente rinnovata>>[7].

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Il Concilio rappresenta una svolta epocale nella vita e nella missione della Chiesa contemporanea. Espressione di autentico rinnovamento dell’azione missionaria degli anni precedenti e contemporanei ad esso, <<un invito ai Pastori a tradurre il messaggio evangelico in modi comprensibili all’età contemporanea; un lavoro questo che non tocca l’essenza delle verità di fede immutabili, bensì la maniera di presentarle agli uomini di ogni epoca>>[8]. A oltre quarant’anni di distanza, la sua attuazione risulta tutt’altro che realizzata. Questo evento infatti continua, il suo spirito opera ancora e porta al largo la Chiesa del ventunesimo secolo[9]. A partire del Concilio l’evangelizzazione si è dimostrata uno degli obiettivi prioritari dalla Chiesa, perche <<tutto l’impianto del Concilio è rivolto alla trasmissione della fede nel mondo contemporaneo>>[10]. Secondo il Concilio, la Chiesa, fin dalle sue origini si sforza di predicare il Vangelo a tutte le persone[11]. Dio l’ha inviato a tutte le nazioni perché sia lei <<sacramento universale di salvezza>>[12]. La Chiesa annuncia il Vangelo come una realtà intima della sua natura, la sua cattolicità, e in obbedienza al suo proprio Fondatore[13] per instaurare in tal modo “omnia in Cristo”[14].
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2 – Il magistero di Paolo VI
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Dieci anni dopo il Concilio, il Papa Paolo VI, nell’esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi[15], riferendosi ai destinatari dell’evangelizzazione, dice che il primo annuncio del Vangelo di Cristo è destinato soprattutto a coloro che non hanno mai ascoltato la Buona Novella di Gesù e a tutti i bambini[16]. Ma a causa delle situazioni di scristianizzazione, frequenti al giorno d’oggi, si riferisce anche a un nuovo gruppo di destinatari, per i qual l’annuncio del Vangelo è urgente: <<per moltitudini di persone che hanno ricevuto il battesimo ma vivono completamente al di fuori della vita cristiana, per gente semplice che ha una certa fede ma ne conosce male i fondamenti, per intellettuali che sentono il bisogno di conoscere Gesù Cristo in una luce diversa dall’insegnamento ricevuto nella loro infanzia, e per molti altri>>[17].
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Per Paolo VI, questo gruppo dei nuovi destinatari richiama l’impegno per una evangelizzazione che deve essere diretta verso un mondo scristianizzato[18]. Per queste persone, l’evangelizzazione deve cercare costantemente i mezzi adeguati, forme nuove e specifiche; in questo contesto, <<non basta ritoccare superficialmente l’opera evangelizzatrice, né migliorare tatticamente i vari ambiti della pastorale, viene richiesta una strategia globalmente nuova, che non solo investa le varie componenti personali e le realtà strutturali della Chiesa, ma che si cali anche nelle più diverse situazioni o circostanze, tanto in Europa quanto nel resto del mondo>>[19]. Paolo VI parla di una Chiesa missionaria e in stato di missione[20]. Per lui, l’origine missionaria della Chiesa si richiama alla missione del Figlio da parte del Padre, alla dinamica originaria dell’amore trinitario. Il punto di partenza è quindi dall’alto, cioè la Chiesa è in missione non per volontà propria o per decisione degli uomini che ne fanno parte, ma per una discendenza trinitaria[21]. E così afferma: <<l’evangelizzazione non è per la Chiesa un contributo facoltativo: è il dovere che le incombe per mandato del Signore, affinché gli uomini possano credere ed essere salvati. Sì, questo messaggio è necessario. È unico. È insostituibili. Non sopporta né indifferenza, né sincretismi, né accomodamenti>>[22]. Dice ancora, che la Chiesa vive per evangelizzare e che dobbiamo dare alla sua azione pastorale <<uno slancio nuovo capace di creare, in una Chiesa ancor più radicata nella forza e nella potenza perenne della Pentecoste, nuovi tempi d’evangelizzazione>>[23].
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Nel Concilio Vaticano II e nel magistero di Paolo VI, nonostante non appaia il termine “Nuova Evangelizzazione”, alla luce di quello che si è detto, possiamo affermare che troviamo la sostanza di questa novità: quando l’identità evangelizzatrice della Chiesa è riaffermata, quando è richiesta una nuova e rinnovata azione evangelizzatrice e un nuovo tempo d’evangelizzazione[24]. Allora entriamo nel termine, a partire dall’inizio del magistero di Giovanni Paolo II.
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3 – Il termine “Nuova Evangelizzazione”
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Durante un pellegrinaggio apostolico in Polonia, Giovanni Paolo II ha iniziato ad utilizzare il termine Nuova Evangelizzazione. Questo si è verificato il 9 Giugno 1979[25], quando a Nowa Huta, disse: <<è iniziata una nuova evangelizzazione>>[26]. Nowa Huta era una regione industriale di Cracovia, che era stata progettata come una città atea, senza riferimenti religiosi, come <<l’alternativa socialista e atea alla Cracovia cattolica. Una città senza Dio e per la quale, ovviamente, fin dall’inizio, il piano regolatore non aveva previsto alcuna chiesa>>[27]. In quel quartiere di Nowa Huta, alcuni lavoratori avevano impiantato una croce e davanti essa, in quella prima visita in Polonia, Giovanni Paolo II aveva detto: <<Dalla croce a Nowa Huta è cominciata la nuova evangelizzazione: l’evangelizzazione del secondo millennio>>[28].

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È di fronte alla nuova croce e alla nuova chiesa, dove Giovanni Paolo II era spesso andato in pellegrinaggio e nei momenti di meditazione con i fedeli della Polonia, che si comincia a pronunciare su una nuova era di evangelizzazione, una ri-evangelizzazione e una NE[29], “l’evangelizzazione del secondo millennio”. In seguito, è stata citata più volte in vari momenti fino a una definizione più completa[30].

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1- In’America Latina, ai vescovi del CELAM, all’Assemblea 1983 ha spiegato: <<La commemorazione del mezzo millennio di evangelizzazione in queste terre avrà il suo pieno significato se sarà un impegno vostro come Vescovi, assieme al vostro Presbiterio e ai vostri fedeli; impegno non certo di rievangelizzazione, bensì di una nuova evangelizzazione. Nuova nel suo ardore, nei suoi metodi e nelle sue espressioni>>[31]. E alla IV Conferenza Generale ha approfondito: <<La nuova evangelizzazione non consiste in un “nuovo vangelo”, che deriverebbe sempre da noi stessi, dalla nostra cultura, dalla nostra analisi delle necessità dell’uomo. Perché questo non sarebbe “vangelo”, ma pura invenzione umana e non vi sarebbe in esso salvezza>>[32]. Nello stesso discorso continua il Papa a spiegare:<<Né si tratta di tagliare fuori dal Vangelo tutto ciò che sembra difficilmente assimilabile alla mentalità odierna. Non è la cultura la misura del Vangelo, ma è Gesù Cristo la misura di ogni cultura e di ogni azione umana. […] La nuova evangelizzazione ha, come punto di partenza, la certezza che in Cristo c’è una “imperscrutabile ricchezza” (cf. Ef 3, 8)[33].

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2- In’Europa, Giovanni Paolo II parlando della necessità e urgenza dell’annuncio del Vangelo ha ancora affermato l’importanza di questa rinnovata opera di evangelizzazione: <<Questa rinnovata opera di evangelizzazione, che noi intraprendiamo, si pone in continuità organica e dinamica con la prima evangelizzazione, quella stessa di Cristo anzitutto (cf. Paolo VI, EN, 07) e poi quella apostolica. Il contenuto e il centro vitale del messaggio di salvezza per l’uomo pellegrino nella storia rimane sempre il Cristo, via, Verità e Vita, il Primo e l’Ultimo (Ap 22, 13), […] l’opera di evangelizzazione, nella peculiare situazione in cui si trova oggi l’Europa, è chiamata a proporre una nuova sintesi creativa tra Vangelo e vita>>[34]. Nella sua Esortazione apostolica Ecclesia in Europa a ripreso il tema:<<Chiesa in Europa, la “nuova evangelizzazione” è il compito che ti attende! Sappi ritrovare l’entusiasmo dell’annuncio. […] L’annuncio di Gesù, che è il Vangelo della speranza, sia quindi il tuo vanto e la tua ragion d’essere. Continua con rinnovato ardore nello stesso spirito missionario che, lungo questi venti secoli e incominciando dalla predicazione degli apostoli Pietro e Paolo, ha animato tanti Santi e Sante, autentici evangelizzatori del continente europeo>>[35].

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Il Vangelo è sempre lo stesso, la croce è sempre la stessa, ma sono presente in un mondo che cambia, che si muove costantemente passando attraverso cambiamenti piccoli e grandi[36]. Il nostro tempo, nonostante tutte le forme di progresso, è ancora drammatico e impegnativo, le situazioni economiche, sociali e culturali presentano problemi e difficoltà molto gravi. <<Come non pensare alla persistente diffusione dell’indifferentismo religioso e dell’ateismo nelle sue più diverse forme, in particolare nella forma oggi forse più diffusa del secolarismo?>>[37]. Dove questo è arrivato, interi paesi e popoli, in cui i valori e la religione cristiana erano fertili e in grado di dare origine a comunità e a generazioni di fede viva e attiva, sono diventate debole, e talvolta, alterate fondamentalmente[38]. Secondo le parole del pontefice: <<Solo una nuova evangelizzazione può assicurare la crescita di una fede limpida e profonda, capace di fare di queste tradizioni una forza di autentica libertà>>[39].

CONCLUSIONE

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Il magistero di Giovanni Paolo II accade in mezzo questo forte processo di secolarizzazione che raggiunge tutta l’Europa e gran parte del mondo[40]. Lui infatti ha proposto come una risposta cristiana a questo processo e tempo molto travagliato Nuova Evangelizzazione[41]. Questa cerca di dare una risposta evangelica alle sfide del mondo contemporaneo e il pontificato di Giovanni Paolo II è stato determinante per il suo sviluppo[42]. Da questo momento ci poniamo le seguenti domande per ulteriori approfondimenti: Cos’è la Nuova Evangelizzazione? Quali i suoi principali obiettivi e caratteristiche? Quali i suoi contenuti essenziali e la sua reale novità?

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NOTE

1] B. TESTA, La nuova evangelizzazione dell’Europa nel magistero di Giovanni Paolo II: antologia di documenti, Edizioni Studio domenicano, Bologna, 1991, 6.8.
[2] Cf. AG, 02.
[3] D. COLOMBO, P., Europa, in Pontificia Università Urbaniana, Dizionario di Missionologia, EDB, Bologna, 1993, 127.
[4] René Latourelle, in Vaticano II, Bilancio & Prospettive, venticinque anni dopo (1962/1987), ac., Renè Latourelle, Cittadella Editrice, Assisi, 1987, 9.
[5] AG, 02.
[6] Cf. GIOVANNI XXIII, Il Papa del Concilio, Ed. Italiana, ac. Marco Roncalli, Rusconi Libri, Milano, 1989, 457,479; Cf. FLORISTAN, Vaticano II un Concilio pastorale, Sigume, Salamanca, (1990), 20.120.
[7] H. FESQUET, Diario del Concilio, tutto il concilio giorno per giorno, ac. Ettore Masina, U. Mursia & C., Milano, 1967,3.
[8] T. BERTONE, Parliamo All’uomo in Modo Comprensibile, in AA.VV., Cristo, Chiesa, Uomo, Il Vaticano II nel Pontificato di Giovanni Paolo II, a cura di: Zdzislwjozef Kijas OFM conv. Andrzej Dobrzynski, LEV, Vaticano, 2010, 34.
[9] Cf. G.F. SVIDERCOSCHI, Un Concilio che continua, Ed. Ancora, Milano, 2002,1.
[10] F. AZZARO, L’evangelizzazione, Storia e prospettive, Armando Editore, Roma, 2010, 58.
[11] Cf. LG, 17.
[12] AG, 01; LG, 01.
[13] Cf. Mc 16,15; LG, 1.17.
[14] Cf. L. CASTIGLIONE, Tutto il Concilio, Dalla fase preparatoria alla chiusura i documenti, le discussioni, Ed. Valentino Bompiani, Milano, 1966, 169.
[15]L’Esortazione apostolica sull’evangelizzazione nel mondo contemporaneo, dell’8 dicembre 1975, fu il risultato del Sinodo ordinario. Per approfondire: J. Lopez-Gay, Evangelii Nuntiandi, in Pontificia Università Urbaniana, Dizionario di Missionologia, 239-243.
[16] EN, 52.
[17] Ibid.
[18] Cf. EN, 52.
[19] A. BRUGNOLI, Una luce nella notte: proposte di nuova evangelizzazione, Paoline, Milano, 2007, 85.
[20] Cf. DAVIDE MARZAROLI, Amate la Chiesa, Il pensiero ecclesiologico di Paolo VI, Edizioni Porziuncola, Assisi, 1998, 367.
[21] Cf. PAOLO VI, Udienza Generale per la giornata missionaria, 14-10-1970, INS VII, (1970), 103.
[22] A. TORNIELLI, Paolo VI, L’audacia di un papa, A. Mondadori Editore, Milano, 2009, 577-578.
[23] EN, 18; Cf. D. ANGE, Paolo VI, uno sguardo profetico, Editrice Ancora, Milano, 1981,38-40.
[24] Cf. R. CARVO PÉREZ, Nueva Evangelización, in Diccionario de Misionologia y Animación Misionera, Der. Eloy Bueno – Roberto Calvo, Editorial Monte Carmelo, Burgos, 2003, 675.
[25] Cf. Ibid.; Cf. J. ALVAREZ GOMEZ, Nueva evangelización para el tercer milenio, Publicaciones Claretianas, Madri, 1996, 47; Cf. A. GOMES BARBOSA, A Nova Evangelização, Lisboa, Paulinas, 1994, 189; Cf. ANDREA BRUGNOLI, Una luce nella notte, 85. Questa data è stata la prima visita di Giovanni Paolo II alla Polonia, in occasione della celebrazione del primo millennio del cristianesimo in Polonia. La omelia fu pronunciata presso al Santuario della Santa Croce di Mogila, Nuwa Huta: Cf. A. BRUGNOLI, Una luce nella notte, 85. I discorsi della visita di Giovanni Paolo II in Polonia ci sono tutti in: J. PABLO II, Peregrinacion apostólica a Polônia, LEV, Città del Vaticano, 1979.
[26] GIOVANNI PAOLO II, La croce di Nowa Huta, nuovo seme di evangelizzazione, (9.6.1979), in IGPII, II, 1 (1979) 1504-1509.
[27] S. DZIWISZ, Una vita con Karol, conversazione con Gian Franco Svidercoschi, Bur, Saggi, 2008, 39.
[28] GIOVANNI PAOLO II, La croce di Nowa Huta.
[29] <<Il termine “nuova evangelizzazione” è divenuto di uso corrente nella chiesa ed è stato diffuso soprattutto dall’insegnamento di GPII. Si usano delle varianti: seconda evangelizzazione, rievangelizzazione, nuova tappa dell’evangelizzazione. Il concetto si riferisce alle nuove condizioni dell’evangelizzazione nel mondo attuale>>: H. CARRIER, Nuova evangelizzazione, in Dizionario di Teologia Fondamentale, diretto da René Latourelle, Rino Fisichella, ed. italiana, Cittadella Editrice, Assisi, 1990, 421.
[30] Infatti, Giovanni Paolo II, fece della NE il programma pastorale del suo pontificato, esplicitando queste tema durante tutto il suo pontificato. Vedi altri interventi: Discorso in Santiago di Compostela, 9 Novembre 1982, in IGPII, V,3, (1982), 1252-1256; Omelia durante la Santa Messa nell’iel, Mulhouse, X,3, (1988), 1180-1187; Discorso ai vescovi francesi, Roma, 6 Febbraio 1987, in IGPII, X,1, (1987), 277-284; Discorso al parlamento europeo, 11 ottobre 1988, Strasburgo, in IGPII, XI, 3, (1988), 1171-1179.
[31] GIOVANNI PAOLO II, Discorso all’Assemblea del CELAM, Port-au-Prince (Haiti), 9 marzo 1983, in IGPII, VI,1, (1983), 696-699.
[32] GIOVANNI PAOLO II, Discorso all’Assemblea del CELAM, Port-au-Prince (Haiti), 9 marzo 1983, in IGPII, VI,1, (1983), 696-699.
[33] Idem., Discorso ai vescovi della IV Conferenza Generale dell’episcopato Latinoamericano (CELAM), Santo Domingo, 12 Ottobre 1992, 06, in IGPII, XV,2, (1992), 312-340.
[34] Idem., Discorso nel VI Simposio del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, 11 ottobre 1985, in IGPII, VIII,2, (1985), 910-924.
[35] Idem., Esortazione apostolica Ecclesia in Europa, LEV, Città del Vaticano, 2003, 45.
[36] CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, Orientamenti pastorale per il primo decennio del Duemila, Paoline, Milano, 2002, 40-43.
[37] CfL, 01; il secolarismo <<consiste per prima cosa nell’esclusione della religione dall’ambito politico, provocando la progressiva privatizzazione della stessa. […] La secolarizzazione ha implicato un allontanamento graduale della religione dalla sfera pubblica e con esso una diminuzione della sua incisività nella vita sociale>>. A. GIORDANO, Cristianesimo e Secolarizzazione, in AA.VV., La Chiesa nella società secolarizzata, Prosposte pastorali, Paoline, Milano, 2009, 22.
[38] Cf. K. LEHMANN, Che cosa significa nuova evangelizzazione dell’Europa?, in Communio, Jaca Book, Milano, 124 (1992), 66.
[39] CfL, 34.
[40] L. SCHEFFCZYK, Duc in altum, La Chiesa davanti al terzo millennio, in Communio, (luglio-ottobre 2003), 190-191, 160: <<Nella Redemptor Hominis rimanda al fenomeno dell’ateismo, che con un’intensità mai conosciuta prima soffoca le religioni del mondo (RH 20)>>.
[41] AA.VV., Renovar Nuestras Comunidades Cristianas, in Id., Comunidades para evangelizar, Cartas pastorales de cuaresma-pascua, Obispos de Pamplona y Tudela, Bilbao, San Sebastián y Vitoria, PPC, Editorial, Madrid, 2007, 214.
[42] Cf. A. BRUGNOLI, Una luce nella notte,85. 86.

20-05-2011
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