La preghiera umile e fiduciosa deve ritmare il nostro tempo: è il grido del cuore penitente più che il suono delle labbra a nutrire il dialogo con il Signore. In un rapporto di amore rientra in te, cerca Dio, il tuo Dio, quello che vive in te. Cosi diceva Sant’Agostino: «Sonus verborum nostrorum aures percutit; magister intus est», vale a dire: (Il suono delle parole raggiunge i nostri orecchi; il maestro si trova dentro di noi). Con la preghiera permettiamo al Signore di venire a saziare la fame e la sete più profonda che sperimentiamo nel nostro intimo: la fame e sete di Dio.
Dobbiamo interrogarci: Preghiamo? Quanto preghiamo? Quale contenuto ha la nostra preghiera? Chi ama non conta il tempo che ha per stare insieme alla persona cara e trasmettere il suo cuore. Non pesano, non danno fastidio le ore che si trascorrono insieme.
La preghiera è, a volte, contemplare e ascoltare Dio, a volte aprire il nostro cuore a Lui, a volte depositare nel suo cuore chi o ciò che ci sta davvero a cuore…. è, insomma, un vivere insieme.
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