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Omelia in occasione della Giornata delle famiglie ad Einsiedeln

Pellegrinaggio del Rinnovamento nello Spirito ad Einsiedeln-CH 14 Maggio 2011

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Saluto cordialmente tutti coloro che si sono radunati con noi per celebrare questa Eucaristia o che si uniscono a noi spiritualmente in questa santa messa. Viviamo con gioia e sentimenti di viva gratitudine questo pellegrinaggio che ci riporta a questo celebre Santuario mariano di Einsiedeln, alla Chiesa di nostra signora degli eremiti, ai piedi della Madonna Nera, madre del Signore e di tutti noi. In questa giornata ricca di spiritualità mariana e di grande forza del Spirito Santo.

Così oggi in questo santuario salutiamo Maria come madre del nostro Salvatore, che sulla croce l’ha data anche a noi come madre. Spiritualmente facciamo parte di quella infinita schiera di pellegrini che di generazione in generazione, più di mille anni, sono giunti in questo tempio di Dio, per chiamarla beata, perché grandi cose ha fatto in lei l’Onnipotente (cf. Lc 1, 48-49). Con questo grande coro di fedeli vogliamo rimanere “unanimi nella preghiera”, insieme a Maria, la madre di Gesù, e insieme a lei lodare il nostro Dio, d’amore. Di Maria ci parlava espressamente il Vangelo delle nozze di Cana, dove Gesù compì il primo dei suoi segni messianici. È noto il contesto di questa festa di nozze durante la quale viene a mancare il vino. Maria, che in tutti e quattro vangeli parla solo quattro volte – la prima all’angelo; la seconda ad Elisabetta; la terza al figlio dodicenne; la quarta in questa circostanza, di Cana – interviene. Ella parlò al Figlio e ai servi. Non si comprenderebbe il segno di Cana nel suo valore profondo, se non si coglie questo riferimento messianico: Cristo è il vino buono e ultimo, inviato dal Padre per la salvezza dell’umanità. Ed è proprio Maria, che ci presenta il Cristo nella sua missione di salvezza, nella sua ora solenne, fonte di gioia e di liberazione dagli incubi, dalle paure, dai fallimenti.

Vogliamo con questa Eucaristia elevare il nostro grazie. Innanzitutto al Signore, che ci ha fatto riscoprire la preziosità del nucleo familiare, nella bellezza del suo impegno d’amore, nella complessità delle sue componenti e dimensioni relazionali, nell’impegno dei suoi diversi doveri; per questao preghiamo oggi in questa bella celebrazione così famigliare. Il nostro carissimo beato Giovanni Paolo II, in visita a questo maestoso santuario a 15 giugno 1984, a detto che la Madonna: “ci aiuta a riconoscere l’altissima divinità di Dio. Ci guida verso la nostra riconciliazione con Dio in Cristo. Ci insegna l’unità fraterna tra di noi e la nostra responsabilità nei confronti della predicazione del Vangelo. Ci insegna a credere, sperare, amare e improntare quindi tutta la nostra vita alla dottrina di Cristo. La nostra madre ci insegna come noi possiamo attingere sempre nuova forza nella fede. “Fate quello che vi dirà!” (Gv 2, 5)”. Maria ce lo insegna anche con l’esempio della sua stessa vita. Lei, alla quale è dedicato questo venerabile santuario del vostro Paese svizzero, deve esservi d’esempio e d’insegnamento. Lei “ha serbato nel cuore” (Lc 2, 19. 51) i segreti di Dio. Quale umile serva del Signore si mise completamente al servizio del piano di Dio e della sua opera di salvezza. Ha pronunciato il suo sì senza riserve.

Ricorriamo a Maria, consegniamo a lei le nostre famiglie, guardiamo lei, in modo che anche nei nostri cuori risuonino quelle parole e quelle verità che Maria ha pronunciato a Nazaret nel giorno dell’annunciazione: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1, 38).

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